Avevamo parlato di Hip Hop e Cinema nel mio ultimo articolo ma questa volta vorrei approfondire il discorso.
Naturalmente qui si parla di cinema prettamente di stampo Black che prende le sue radici dai Blaxploitation, genere afroamericano molto in voga negli anni 70, ricordiamo tra i più famosi Shaft,  Sweet Sweetback’s Baadasssss Song, Superfly, Foxy Brown, Donne in Catene, Coffy, per citarne alcuni, la colonna sonora era strettamente Funk e sono diventati film icone che colpivano l’immaginario dei primi Hip Hoppers come i film di Bruce Lee, oppure i Guerrieri della Notte, Flash Gordon etc..


Naturalmente le citazioni sono centinaia sia nelle produzioni degli ultimi trent’anni in ambito cinematografico, nei videoclip, nei testi e nei personaggi interpretati virtualmente dai vari rappers.
Andiamo in ordine, faremo vari salti temporali e tutte le tessere del puzzle verranno messe in ordine e avremo un quadro ben preciso dell’argomento. Il primo film sicuramente è Wild Style diretto da Charlie Ahern con la consulenza e l’appoggio di Fab Five Freddie nel 1983, un cine-documentario su quello che era la Cultura Hip Hop in quel periodo, film crudo e vero che ha come protagonista un Writer interpretato da Lee Quinones che si taggava Zoro, ricordiamo scene meravigliose con Grandmaster Flash, Rock Steady Crew, Busy Bee, Cold Crush Brothers e molti altri.

L’anno successivo arrivò il risvolto commerciale a New York con Beat Street prodotto da Harry Belafonte con tutta la scena di New York e a Los Angeles invece arrivo con Breakin’ e Breakin Electric Boogaloo usciti a pochi mesi di distanza. Sia Breakin che Beat Street ebbero un grande successo e furono tra i maggiori responsabili per il boom del Breakin’ in Italia, Wild Style rimaneva come oggi più un film per veri appassionati avendo un concept meno commerciale.
La Tournée per il lancio di Beat Street portò in Italia sia i Rock Steady Crew che i Magnificent Force in manifestazioni nelle maggiori città che in varie trasmissioni televisive. Dopo il successo di questi film naturalmente il Breaking arrivò ovunque, dopo i film anche in serie tv o pubblicità.
Usci da lì a poco un film con Lorenzo Lamas (in Italia famoso per il telefilm Renegade) dal titolo Body Rock, un cult per gli appassionati ma di base un film abbastanza mediocre, ricordiamo la scena con i NY City Breakers.


Ancora più mediocre ricordiamo Breakdance dietro le Sbarre che era un film di danza dove il Breaking non c’era ma il titolo era usato come escamotage per portare pubblico nelle sale. Non posso non menzionare un’altro film sulla danza come Flashdance, successo mondiale che portò i Rock Steady Crew con la loro esibizione su It Just Begun e divenne la crew più famosa del mondo efece conoscere la nostra danza in ogni parte del globo..
Invece nell’85 esce un film meno conosciuto ai molti con la regia del grande Sidney Poitier basato sulla danza moderna ma con la partecipazione dei Dynamic Force che in quel periodo comparivano anche nella puntata di Fame (Saranno Famosi) dal titolo “Dance – Voglia di Successo”.
Nello stesso anno esce per la Motown “L’Ultimo Drago” che era un Musical ispirato al filone delle arti marziali, tra i protagonista Vanity reduce dal successo di Purple Rain con Prince e Leroy Green ,da questo film il ruolo del cattivo Sho’nuff fu ripreso più volte nell’ambito Hip Hop, primo tra questi Busta Rhymes nel video “Dangerous”.


Naturalmente non c’erano solo film dedicati alla danza ma arrivarono anche lavori dedicati al rap, primo fra tutti Krush Groove, ispirato alla nascita dell’etichetta Def Jam Recordings. dove erano presenti i Fat Boys, Run DMC, Sheila E, Kurtis Blow e debuttava un giovanissimo LL Cool J, tutto questo nel 1985, nello stesso anno usciva anche Rappin’ con la regia di Joel Silberg, lo stesso dei due “Breakin” ma il successo non fu lo stesso, il protagonista era Mario Van Peebles, figlio di Melvin Van Peebles che era il padrino del filone Blaxploitations.
L’anno successivo debuttava uno dei registi più importanti per il cinema afroamericano ed ancora epicentro per quello che riguarda questa Cultura, Spike Lee. Il suo primo film seguito da Aule Turbolente era Lola Darling, negli ultimi anni su Netflix sono arrivate due bellissime stagioni della serie tv ispirata al film dal nome “She’s Gotta Have It” e ultimamente anche voi potete ammirare “Nola Darling” (Titolo originale del Film). Naturalmente di Spike Lee è doveroso menzionare Do The Right Thing dell’89 che è uno dei film più importati della Cultura Hip Hop che lo ha reso celebre in tutto il mondo e il legame con i Public Enemy fu d’ispirazione per tutti gli artisti di quel periodo.
In Italia naturalmente negli anni 80 eravamo ancora giovani per avere prodotti cinematografici Hip Hop, ci fu un esperimento fatto da Paky del tutto casalingo ma rifletteva i primi film in stile Beat Street che si chiamava naturalmente Hip Hop.
Ma il primo mediometraggio italiano fu SemiAutomatico del 1999 di Alex Sikaboni con GMAx, Michael Calandra, Chef Ragoo e Primo Brown.
Nell’88 arrivo un film da Los Angeles che denunciava la situazione delle Gang a Los Angeles, una grossa produzione con Sean Penn, la colonna sonora completamente Hip Hop, capitanata dal singolo “Colors” di Ice T che dava anche il titolo al Film, da qui partirono molti film che caratterizzarono il decennio successivo come Boyz in the Hood di John Singleton dove debuttavano come attori sia Ice Cube che Cuba Gooding Jr, film icona del genere, ma arrivarono anche South Central, Nella Giungla di Cemento, Poetic Justice con 2Pac e Janet Jackson. L’altra costa rispose con King of New York, Juice, Jungle Fever di Spike Lee poi arrivò New Jack City di Mario Van Peebles che lanciò definitivamente Wesley Snipes che interpretava Nino Brown, Wesley debuttò nella prima parte del video Bad di Michael Jackson, ma nel film troviamo anche Ice T, Chris Rock, Keith Sweat, i Guy e Flavor Flav. Questo filone drammatico sopravvive anche ai giorni nostri, fotografie di una società corrotta, mafie, razzismo e violenza, anche in questi periodo purtroppo nei quotidiani di tutto il mondo.
Arriva anche in Italia su un canale minore un film comico di Chris Rock con una morale ancora in voga in quest’ultimo periodo, il film è una parodia degli NWA, cercando di far capire quanto il Gangsta Rap si discostava dalla Cultura Hip Hop ed aveva in comune solo il rap, la differenza è chi fotografa uno scenario e chi ostenta una condizione, ma anche artisti costruiti a tavolino solo per fini commerciali. Il film è molto carino e ve lo consiglio vivamente, descrive tutti i stereotipi di quel periodo che trent’ anni dopo ritroviamo purtroppo attuali, i soliti corsi e ricorsi.
Invece troviamo ancora la danza in House Party con i Kid’n’Play che continuò per 4 capitoli ma fu l’ultimo di un’epoca meravigliosa, per poi essere aperto anni dopo con Save The Last Dance.
Su House Party di Reginald Hudlin troviamo nella parte iniziale tra mille citazioni una molto importante, il padre di Kid interpretato da Robin Harris (RIP) che parla del film Dolomite un Black Exploitations di Rudy Ray Moore portato sullo schermo nel 2019 da Eddie Murphy nel film Dolomite is my name che trovate su Netflix, Rudy ricordato anche come uno dei padrini del rap con i suoi dischi espliciti.


Un’altro filone che ho amato alla follia è quello più poetico, romantico e musicalmente più Soulfully come Mo Better Blues, Jason’s Lyrics, Love Jones, Set it Off, Donne, The Best Man e Soul Food dove è presente una colonna sonora più Soul con brani Hip Hop di solito più Jazzy. Meraviglioso il film Donne con una colonna sonora tutta al femminile con nomi davvero imponenti.
Direi che la prima parte giunge al termine, nella prossima parleremo degli ultimi 20 anni tra commedie, una nuova ondata sulla danza e
l’arrivo delle serie tv.

STRITTI