Ahmir Khalib Thompson in arte Questlove, da Filadefia, è produttore, regista (suo il documentario Summer Of Soul, premiato con l’Oscar), dj, scrittore, giornalista ma soprattutto è il batterista (e qualcuno dice leader) della storica band Hip-Hop dei Roots e ha dimostrato più di una volta come può essere considerato a pieno titolo uno dei massimi esperti di musica al giorno d’oggi.

Con il suo sesto libro, il terzo scritto a quattro mani con Ben Greenman e il primo tradotto in italiano da noi, grazie ad Alessandro Besselva Averame e alla casa editrice Jimenez, “Musica è storia”, Questlove cerca di mettere a posto le tessere del mosaico che uniscono la musica al contesto storico e socio culturale in cui questa è nata, ha preso forma ed infine è esplosa.

Il titolo potrebbe suggerire che si tratti del solito libro sulla storia della musica ma in realtà è più simile a un diario in cui Questlove cerca di spiegare come la musica ha plasmato la sua visione del mondo. Il libro è diviso in due parti fondamentali, dal 1971 al 2002 la prima e dal 2002 ad oggi la seconda. Tutto parte quindi dal 1971, anno di nascita di Questlove, che esaminando meticolosamente, anno per anno, una o anche più canzoni diventate fondamentali o addirittura archetipe, crea un interessante mix tra storia (afro)americana, musicologia e memoria di chi, oltre a sé stesso, quella musica l’ha fatta e vissuta in prima persona.

Uno dei punti di forza del libro è il modo in cui Questlove rivela dettagli sulla vita degli artisti, alcuni molto importanti per la sua formazione artistica, inserendoli come intermezzi di ipotetiche playlist, ovviamente compilate da Questlove stesso, che ci accompagnano per tutto il libro e che servono per spiegare anche a chi legge come la musica, spoglia di ogni altro significato che non sia solo quello prettamente “musicale” si sia evoluta o involuta nel corso degli anni. Alcuni esempi o aneddoti sono la volta in cui il rapper KRS-One fu ospitato al “The Alex Jones Show” e tutto quello che ne conseguì, sul fatto che Duke Ellington fosse amico di Richard Nixon o ancora quando Rosa Parks fece causa al duo Hip-Hop Outkast per aver usato il suo nome come titolo di una canzone che non aveva nulla a che fare con lei cosi come la performance di Bill Withers alla Carnegie Hall del 1972 che canta, contro la guerra del Vietnam, “I Can’t Write Left-Handed” comparandola con la performance ai Grammy del 2017 degli A Tribe Called Quest e del loro singolo anti-Trump, “We the People…” o, come racconta nell’ultimo capitolo del libro, quando fu invitato a suonare come dj per la festa finale alla Casa Bianca di Barak Obama nel gennaio 2017 e dove creò per l’occasione una selezione musicale per raccontarne la vita e la storia ma che agli invitati poco importò perché volevano solo ballare tanto che Obama gentilmente gli chiese di cambiare musica per portare la folla sulla pista da ballo, cosa che Questlove trovò molto umiliante. Tanti i nomi che vengono snocciolati nel libro, artisti e sportivi, registi e cantanti, superstars e gente comune, giornalisti e politici, musicisti o semplici fan.

Per Questlove, la musica è il riflesso della società come lo sono la politica, la moda, la cucina, la religione, la storia stessa, tutto però è per lo più soggettivo, ma più ci apriamo a visioni diverse dalle nostre, migliori saranno i risultati ottenuti e di conseguenza, migliori saranno le persone. Le ultime pagine si concentrano e offrono diversi spunti di riflessione, sull’evoluzione tecnologica e l’impatto che questa ha avuto sulla musica con particolare riguardo all’avvento dello streaming e della musica liquida e il progressivo scomparire dei supporti, a partire dal mitico technics 1200. “Music Is History” è un lavoro divertente, informativo e che scava meticolosamente la cultura e la storia (afro)americana con l’occhio di un nerd o di un esperto “cratedigger”.  Naturalmente, non sarebbe un capolavoro di Questlove, senza le playlist musicali ricercatissime, che rendono impossibile arrivare alla fine di un capitolo senza ascoltare le pietre miliari in questione. In “La musica è storia”, Questlove alla fine fa quello che ha sempre fatto, quello che sa fare meglio: condivide ottima musica, racconta grandi storie di musicisti, molti dei quali conosce anche personalmente e di cui da testimonianza diretta e lo usa come incoraggiamento ad apprezzare l’importanza delle canzoni e della musica nella vita di tutti e di tutti i giorni.

Autore: Ahmir Khalib “Questlove” Thompson, Ben Greenman, Alessandro Besselva Averame

Pagine: 384

Editore: Jimenez